giovedì 19 aprile 2012

Kapalabhati



Sebbene Kapalabhati faccia parte degli shat kriyâ - pratiche di purificazione - viene comunemente ritenuto esercizio di fondamentale importanza per la pratica del prânâyâma.

E' una tecnica potente che elimina una forte quantità di anidride carbonica e nello stesso tempo, con l'inspirazione lunga e lenta, porta un flusso fresco di ossigeno a tutto il corpo oltre ad accelerare la circolazione sanguigna, tonificare la cintura addominale, mobilizzare il diaframma e mantenere l'elasticità polmonare. Quindi i benefici per migliorare la nostra respirazione sono notevoli!

Questo esercizio non è indicato per chi soffre di malattie polmonari ed è sconsigliato ai cardiopatici.

Per praticare Kapalabhati la colonna vertebrale è eretta e la concentrazione è sull'addome.

Procediamo con un'inspirazione diaframmatica lenta e profonda dal naso e, mediante una violenta contrazione dei muscoli addominali, effettuiamo un'espirazione breve e forzata, sempre dal naso. Anche se all'inizio può sembrare difficile, con l'esercizio l'espulsione dell'aria nell'espirazione diventerà più potente.

E' la potenza dell'aria che viene espulsa che interessa in questa pratica, il cui nome significa letteralmente «pulizia del cranio» in quanto elimina decisamente il muco e ogni impurità delle vie respiratorie.

La difficoltà in questo prânâyâma, in apparenza semplice, è eliminare l'aria inspirata lentamente in un solo soffio rapido. I muscoli dell'addome si contraggono di colpo e ci aiutano ad emettere tutta l'aria; il tronco, le spalle e la testa restano immobili e, per quanto possibile, rilassati.

Solo la pratica quotidiana ci renderà padroni di questa tecnica. Si parte da 3 serie da 10 espulsioni rapide con un riposo di 30 secondi per arrivare fino a 3 serie da 120 con un riposo di un minuto fra di esse; la frequenza può arrivare al massimo a 120 espulsioni per minuto ma anche 60 rappresentano un buon ritmo: si ricorda di non rinunciare mai alla potenza dell'espulsione a favore della velocità di esecuzione! Se si avverte un leggero capogiro, meglio fermarsi, inspirare aria e trattenerla qualche secondo.
E' importante procedere gradatamente e lentamente, interrompendo subito la pratica se si avverte troppo sforzo.

DA NON PRATICARE PRIMA DI FARE APNEA PERCHE' E' UNA PRATICA CHE PORTA ALL'IPERVENTILAZIONE.

Sotto trovate un video che illustra bene la pratica, ma come al solito nel caso di dubbi non esitate a contattarci!



giovedì 5 aprile 2012

Un ripasso sull'alimentazione



In tempi lontani avevamo parlato di alimentazione per il subacqueo.
E allora vi riproponiamo 2 post sull'argomento visto che non si vive di sola aria e visto che le uscite sia in apnea sia in ARA si stanno facendo più frequenti grazie all'arrivo della bella stagione.
.. e poi perchè vale il letto "siamo quello che mangiamo"!