martedì 16 dicembre 2014

Elasticizzazione del diaframma


Come dice l'immagine, il trucco è quello di prendere un respiro!

Fondamentale è la qualità del respiro: per cercare di migliorarla vi proponiamo una tecnica per ELASTICIZZARE il diaframma che, come sapete, è il principale muscolo inspiratorio.

E' importante per una buona respirazione e per la salute di tutto il corpo, che il diaframma sia elastico, forte e in perfetto stato di efficienza.

Ed ecco l'esercizio.

POSIZIONE: supini con le gambe piegate.

ESECUZIONE: dopo avere eseguito una inspirazione solo addominale e avendo cura di saturare solo una parte (circa metà) della capacità dei polmoni, trattenere il respiro in apnea piena, chiudere il naso con pollice ed indice. Mantenendo l'apnea piena, spingere tutto il respiro dall'addome al petto, che mentre l'addome rientra, viene espanso. Dal petto spingere poi il respiro verso l'addome; il petto si chiude e l'addome si espande.
Continuare finchè non si avverte la necessità di respirare..

Eseguire alcune respirazioni naturali prima di ripetere l'esercizio.
E' fondamentale che il movimento del diaframma avvenga con movimenti fluidi e morbidi senza scatti.

Si possono eseguire da 5 a 10 ripetizioni


lunedì 17 novembre 2014

La diagnosi respiratoria


E' da quando è nata La Tribù (se non prima) che crediamo profondamente nell'efficacia dello Yoga, del Pranayama e del Rilassamento per migliorare la respirazione e di conseguenza l'apnea e più in generale il proprio benessere psico fisico.

Negli anni, in tanti hanno potuto sperimentare i benefici di cui parliamo sia sotto la tenda dello Sciamano, proponendo Asana e qualche tecnica respiratoria, sia durante le serate dedicate al respiro.

Ora è arrivato il momento (anche e direi soprattutto grazie al supporto ed insegnamento dei miei maestri Yoga Mauro e Franca) di fare un ulteriore salto di qualità.

Grazie alla calendarizzazione delle serate di Pranayama quest'anno sarà anche possibile fare una DIAGNOSI RESPIRATORIA: tramite la "semplice" (ho virgolettato perchè non è così facile come sembra) osservazione del proprio respiro in punti precisi è possibile capire non solo come si respira ma anche individuare asana e pratiche per potersi migliorare. Il tutto con un approccio il più scientifico possibile! Perchè è vero che lo Yoga è talmente affascinante da sembrare magico, ma alla base di tutto ci sono spiegazioni che spaziano dall'anatomia, alla fisiologia fino alla meccanica del movimento.

Quindi chiunque fosse interessato ad approfondire questo aspetto non esiti a contattarci!!
C'è chi ha già provato... rimanendo sorpreso da cosa è venuto fuori!

lunedì 13 ottobre 2014

Calendario serate di Pranayama


Ed ecco il calendario delle serate dedicate alla Respirazione.
La novità di quest'anno è che le serate si svolgeranno nel Covo della Tribù a San Terenzo.
Come accennato in un post della pagina principale (per leggerlo questo è il link LA TRIBU') questa nuova organizzazione ci permetterà di poter fare delle sessioni di Pranayama anche prima degli allenamenti in piscina (soprattutto quelli domenicali)

Per poter seguire al meglio i partecipanti alle serate abbiamo fissato il numero massimo di 5 persone a sessione. 

Chiaramente alle date che trovate sotto possono esserne aggiunte altre su richiesta, come su richiesta sarà possibile fissare delle sessioni individuali.

GIOVEDI' 23 OTTOBRE ore 21.00
GIOVEDI' 30 OTTOBRE ore 21.00

GIOVEDI' 13 NOVEMBRE ore 21.00
GIOVEDI' 27 NOVEMBRE ore 21.00

GIOVEDI' 11 DICEMBRE ore 21.00

La durata delle serate è di circa un'ora e mezza.

Approfittiamo di questo post per ricordare la possibilità di richiedere tabelle di allenamento per la piscina personalizzate, come anche tabelle personalizzate per la respirazione


lunedì 25 agosto 2014

La cura dell'occhio



Tutti i giorni l' occhio è sollecitato da stimoli che se eccessivi possono irritarlo e in alcuni casi ledere la sua funzionalità . Perciò vanno rispettate delle semplici regole di "igiene visiva".

In certe situazioni (a seconda della stagione, della latitudine, dell'orario, delle condizioni atmosferiche) il sole emette delle radiazioni che se raggiungono l'occhio in quantità rilevante possono provocare dei danni. Perciò sia che si svolga un lavoro o che si faccia uno sport o che comunque si stia esposti al sole, ci sono condizioni in cui è bene proteggere l' occhio dall' eccessiva illuminazione. E' quindi importante utilizzare delle lenti protettive in giornate particolarmente soleggiate al mare dove il riverbero è spesso intenso.

Inoltre gli occhi si possono irritare anche a causa del vento secco, della salsedine e della polvere.
Nei casi sopraelencati e dopo una giornata di mare o di immersioni, oppure dopo la piscina può essere utile utilizzare (scusate il gioco di parole!) appositi colliri che igienizzano ed aiutano a lenire gli eventuali disturbi legati a fattori ambientali.

Impariamo a prenderci cura di noi stessi...bastano pochi semplici gesti!

domenica 3 agosto 2014

Pulizia ed igiene delle orecchie


In questo periodo in cui siamo sempre in acqua in apnea o in ARA è fondamentale la cura delle orecchie più che in ogni altro periodo dell'anno visto che l'acqua di mare è ricca di plancton e quindi è facilissimo incorrere in otiti dolorose e fastidiose.
Il metodo migliore per pulire e disinfettare l'orecchio è quello di utilizzare l'acqua borica che è una soluzione acquosa disinfettante contenente acido borico. Normalmente l’acqua borica si trova in soluzione al 3% dell'acido borico e si ottiene dall’acido borico minerale che si trova in natura presente in molte acque termali e sorgenti di vapore caldo.

L'acqua borica si trova in tutte le farmacie già pronta per l'utilizzo...ma come si deve procedere?

Utilizzando un contagocce, si fanno cadere 3/4 gocce della soluzione nel condotto uditivo tenendo la testa reclinata chiudendo il lobo, massaggiando e lasciando agire per qualche minuto.

Se l'orecchio fosse infiammato si sentirà una piacevole sensazione di calore, se non si sente niente l'orecchio è a posto ma viene comunque pulito e disinfettato.
Consiglio di praticare questa pulizia alla sera terminata la giornata di immersioni; ci vuole poco tempo e poi...prevenire è meglio che curare!

mercoledì 18 giugno 2014

Il gesto del remare


Ecco a proporvi una nuova pratica per purificare i polmoni e per lavorare sulla respirazione completa.
 
Sicuramente questa pratica avrà il suo nome anche in sanscrito io l'ho chiamata "il gesto del remare" perché ne ricorda il movimento.
 
Si tratta di una pratica molto semplice: nella posizione di partenza a braccia alzate si ispira dal naso ed espirando dalla bocca si piega il busto facendo idealmente perno sull'ombelico cercando di avvicinarlo il più possibile alle gambe.
La fase espiratoria si conclude quando si è completato il piegamento.
Si comincia ad ispirare quando le mani sono più o meno all'altezza delle ginocchia e la fase inspiratoria si esaurisce tornando nella posizione di partenza.
 
E' fondamentale sincronizzare movimento e respiro per far si che la pratica sia più efficace sia a livello respiratorio sia per avere maggiori benefici per la schiena.
 
Il tutto è riassunto nel video
(p.s.: scusate la scarsa qualità del video... ma tenere il telefono con i piedi e fare la pratica non era facile!)



mercoledì 28 maggio 2014

La disidratazione



La disidratazione si verifica quando il corpo perde più liquidi di quanti ne assume e questo può causare problemi medici che dovrebbero essere evitati.
Spesso tali problemi (soprattutto nel caso di disidratazione cronica o grave) possono provocare mal di testa, abbassamento della performance, irritabilità, confusione, affaticamento, crampi muscolari, riduzione della termoregolazione, diminuzione del livello di coscienza, formazione di calcoli renali (nel lungo periodo) e possono persino portare a shock, una condizione potenzialmente letale.
Per noi subacquei c'è un altro pericolo di cui tener conto: la disidratazione è un fattore di rischio per la malattia da decompressione (MDD). Perché? La disidratazione riduce il volume di plasma sanguigno e la perfusione dei tessuti; il sangue, quindi, si addensa ed il flusso sanguigno si riduce. Poiché il sangue è in parte responsabile del trasporto di sostanze nutritive e dello scambio di gas, il sangue addensato influirà sul rilascio di azoto, aumentando il rischio di sviluppare la MDD.
 
Ci sono poi situazioni che aumentano la disidratazione. Vediamo quali.
 
Il sole: in luoghi dal clima caldo, soleggiato e umido si suda. in queste condizioni si suda. Sudando si perdono liquidi e, se non vengono reintegrati, ci si disidrata.Se poi al sole ci scottiamo, perdiamo liquidi ancor più velocemente. Quando c'è una scottatura, la pelle diventa rossa e calda (e talvolta dolorante); il nostro corpo reagisce inviandole fluidi. Il sole e il vento li fanno evaporare e così ne perdiamo ancora di più.Con le temperature elevate apprezziamo anche il vento e, siccome la maggior parte delle immersioni sono dalla barca, ci godiamo quella sensazione tanto rinfrescante sulla pelle. Ma in realtà il vento fa evaporare sudore e umidità, aumentando ancora la disidratazione.
 
Acqua di mare - sale:  Quando usciamo dall'acqua, l'acqua (salata) si asciuga lasciando sulla pelle cristalli di sale, spesso ben visibili. I cristalli hanno la capacità di assorbire e trattenere le molecole d'acqua; questo significa che assorbono umidità, che poi evapora a causa del sole e del vento, aumentando ulteriormente la disidratazione.
 
Le immersioni: I tre aspetti, propri delle immersioni, che aumentano la disidratazione sono: la sudorazione, la diuresi da immersione (aumento della produzione di urina) e la respirazione di aria compressa.Così come ci mantiene caldi durante l'immersione, allo stesso modo la muta non ci consente di disperdere calore. Se il clima è caldo e già sudate indossando solo una t-shirt, immaginate il livello di sudorazione quando indosserete la muta subacquea!Durante l'immersione, l'aumento della pressione ambientale e la temperatura dell’acqua (piùfredda), restringono i vasi sanguigni degli arti, mentre il sangue viene deviato dalle estremitàal centro del corpo (cuore, polmoni e grandi vasi sanguigni interni) nel tentativo di tenerlo al caldo. Come reazione, i reni producono più urina, il che significa ancora una volta perdita di acqua e sali. Il nostro corpo interpreta questo aumento del volume di sangue nella sua parte centrale come un eccesso di liquidi. I reni rispondono producendo più urina (con conseguente ulteriore perdita di acqua e di sali). Questo è anche il motivo per cui i subacquei sentono il bisogno di urinare durante, o immediatamente dopo, l'immersione (la cosiddetta diuresi da immersione). Anche se si potrebbe pensare che un’abbondante minzione sia indice di buona idratazione, in realtà significa che si stanno perdendo troppi liquidi.Un'altra causa di perdita di liquidi in immersione è l'aria respirata. Proprio come quella in aereo, l'aria delle bombole è secca, e già sappiamo che per umidificarla perdiamo fluidi. Se poi consideriamo che, a causa della temperatura più fredda dell'acqua, i polmoni devono lavorare di più per riscaldare l'aria, capiamo come la perdita di liquidi continui ad aumentare.
 
Come facciamo a sapere che siamo disidratati e cosa possiamo fare?
In generale, un buon indicatore è il colore dell'urina. Il colore delle urine dovrebbe essere trasparente o giallo chiaro. Urine di colore più scuro sono, generalmente, segno di disidratazione sebbene il colore possa dipendere anche da alcuni farmaci. Produrre poca o niente urina può significare che siamo disidratati, ma anche produrne molta non è indice di buona idratazione.
I sintomi della disidratazione includono:
Sete (questo significa che non dobbiamo bere solo quando abbiamo sete, perché avere sete significa che siamo già un po' disidratati)
Vertigini
Mal di testa
Crampi muscolari
Stanchezza
Secchezza delle fauci / Bocca appiccicos
aUrina di colore scuro
Diminuzione dell'urina prodotta
 
Come si evita la disidratazione?
Evitare la disidratazione è molto meglio che risolverla. Solo se la evitano, i subacquei riducono il rischio di MDD. Dopo aver analizzato la disidratazione ed i suoi effetti, possiamo concludere che al termine di ogni immersione dovremmo sciacquarci via il sale con acqua dolce, non indossare la muta fino al momento di immergerci, evitare, o almeno moderare, il consumo di alcol e bevande con caffeina, proteggerci dal sole e dalle scottature. La cosa più semplice da fare è bere acqua a sufficienza. Tuttavia, occorre fare attenzione a non aumentare il volume plasmatico troppo rapidamente: questo stimolerebbe la produzione di urina invece di reidratare i tessuti. Il consiglio è, quindi, quello di bere un bicchiere d'acqua ogni 15-20 minuti. Questo permetterà ai tessuti del vostro corpo di essere idratati e, di conseguenza, evitare un ridotto scambio di gas, che potrebbe causare formazione di bolle e MDD. La quantità di acqua realmente necessaria dipende da molti fattori, ma bere almeno due litri in più al giorno (oltre al quantitativo che beviamo normalmente) ci aiuterà a mantenerci idratati.Possiamo anche mangiare cibi ad elevato contenuto di acqua, come frutta e verdura.


Tratto da Dan Alert

lunedì 7 aprile 2014

Gomukhasana

 
 
Il termine sanscrito Gomukhasana significa letteralmente “Posizione del Muso di Vacca”, un nome certamente strano che si riferisce però a un esercizio meraviglioso. Il dittongo “Go” è la radice etimologica della parola inglese “cow”, che significa “vacca”, appunto. Mukha, quindi, viene tradotto con “muso”. Nello “Hatha Yoga Pradipika”, uno dei testi pilastro della tradizione yogica, sono descritti solo 15 asana, e Gomukhasana è tra i pochi eletti.
 
Gomukhasana è, dunque, una delle posture fondamentali grazie soprattutto ai suoi numerosi benefici. Rende, infatti, elastici i muscoli delle gambe, favorisce l’apertura del petto e allunga il muscolo gran dorsale. Inoltre, è uno dei migliori esercizi per rilassare e migliorare la postura delle spalle e del busto. Distende i muscoli della parte superiore della schiena, delle anche e delle cosce. Rende elastiche le articolazioni, raddrizza le spalle curve e quindi aumenta la capacità toracica migliorando la respirazione
 
ESECUZIONE
 
tratto da yogajournal.it
 
Piegare la gamba sinistra e portatela oltre il ginocchio destro. Le due ginocchia dovrebbero essere possibilmente in contatto e i talloni in prossimità dei glutei. Inspirando  sollevare il braccio destro, facendo cadere la mano tra le scapole, flettendo il gomito e poi portare il braccio sinistro dietro la schiena e allacciare le mani. Esalando, sciogliete la posizione e ripetete l’esercizio invertendo la posizione degli arti superiori e di quelli inferiori. Se vi sono difficoltà a tenere unite le mani, potete utilizzare un nastro. Non ha controindicazioni specifiche

giovedì 6 marzo 2014

Matsyasana: il pesce



Matsya in sanscrito significa “pesce”. Nelle leg­gende indiane si narra del dio indù Vishnu che assunse tali sembianze per salvare il mondo dal diluvio. Matsyasana (Posizione del Pesce) deve il nome al fatto che permette di galleggiare nell’acqua co­modamente.
 
Matsyasana agisce in particolar modo sul torace. Poi­ché favorisce la respirazione alta a livello delle clavico­le, gli apici dei polmoni vengono ossigenati, purificati, fortificati e mantenuti sani. Ciò consente di espandere completamente la cassa toracica, giovando alla respi­razione profonda e aumentando la capacità polmonare. I muscoli del torace vengono tonificati, favorendo lo sblocco del dorso e aumentando forza e vitalità. Inoltre, scioglie e tonifica il collo. Scioglie le spalle, sensibilizza e ammorbidisce la schie­na, facendo circolare il sangue stagnante dove vi sono tensioni e generando un piacevole calore. Grazie all’estensione di tutta la colonna vertebrale, Matsyasana tonifica e dona benefici anche alla zona lombo-sacrale. Inoltre, allunga l’area del plesso solare (spesso soggetta a crampi e tensioni) decongestionandola. Tutti gli organi addominali vengono irrorati e massaggiati dalla respirazione profonda. È ottima per ridurre l’ad­dome, assottigliare il giro vita e in caso di costipazione. Le surrenali e il pancreas vengono stimolati. Tonifica e vitalizza la zona pelvica e gli organi genitali.
 
Variante facile. Sdraiati sulla schiena a gambe di­stese e piedi uniti. Sistema le mani sotto i glutei con il palmo a terra e le braccia con i gomiti vicini sotto la schiena. Ispira profondamente, solleva il torace e inarca la schiena, sostenendoti sui gomiti; lascia scivolare la testa indietro fino ad appoggiarne la sommità a terra. Dopo qualche respiro di assestamento, sposta i gomiti più avanti; inspira, fai scivolare la testa ancora verso il bacino, per accentuare l’arco dorsale. Per sciogliere la posizione, srotola bene tutta la colonna vertebrale. Il respiro è ampio, soprattutto nella parte alta del torace, mentre a livello addominale è ridotto. Quando espiri, svuota i polmoni completamente, fino a contrarre l’addome per espellere i residui d’aria. Inizialmente, mantieni la posizione per 10 respiri profondi. Grazie all’intenso stiramento della zona addominale, nel caso di costipazione, possono emergere nausea o capogiri; da qui l’importanza della pratica a stomaco vuoto e a intestino libero.


immagine da www.yogajournal.it


Variante con supporti. Se all’inizio hai la schiena molto rigida e curvata in avanti, puoi usare un mattone e un cuscino come supporti per ammorbidire e decongestionare tutta la parte alta. Così aiuti il torace ad aprirsi. La stessa cosa vale se hai problemi alle vertebre cervicali, perché in tal modo non inarchi troppo o non irrigidisci il collo, mantenendo la gola più morbida e il collo più rilassato. Sistema un mattone a terra e sieditici a circa due spanne, con le gambe allungate in avanti. Sdraiati con attenzione a terra, avendo cura di appoggiare il mattone sotto la schiena proprio tra le scapole, non più in basso, per sostenere il torace. Dopodichè, appoggia la testa su un cuscino (prima più alto, e via via più basso) per non gravare sul collo. Puoi tenere le braccia lungo il busto con le mani appoggiate sul bacino oppure distese lungo i fianchi. Mantieni la posizione con supporti più a lungo di quella classica (anche per 10/15 minuti), respirando profondamente e portando l’attenzione al torace, al respiro, stirando bene l’addome. Questa variante con supporti è ottima come preparazione a Matsyasana classico, perché espande progressivamente il torace e riscalda il dorso, allargando la respirazione e tutta la zona del cuore. Inoltre è molto rilassante, risveglia il respiro profondo, ecco perché la si può usare anche nelle fasi iniziali di una sessione di Pranayama.

immagine da www.yogajournal.it
Fonte: www.yogajournal.it

venerdì 24 gennaio 2014

Approfondimento sugli integratori


Sotto la Tenda dello Sciamano abbiamo già parlato di integratori dando dei consigli generici su cosa assumere durante le nostre uscite scuba, apnea e pesca in apnea.
 
Questo nuovo post nasce da una riflessione scaturita in questi mesi di allenamento in piscina e a secco, sedute di yoga  e Pranayama durante i quali, per la prima volta nella mia vita ho iniziato ad assumere degli integratori (ebbene si... nonostante sia da sempre una sportiva, insegni in palestra e vada in acqua da una vita, non ho mai preso niente!).
 
I risultati su di me e sulle persone che seguo mi hanno dimostrato che se veramente vogliamo fare un salto di qualità a livello di benessere generale (che poi chiaramente si ripercuote sulle nostre performances) non ci possiamo limitare al solo allenamento ma dobbiamo curare la "macchina corpo" anche e soprattutto da dentro. In questo modo i risultati sono nettamente migliori, si ottengono con meno sforzo e una volta acquisiti rimangono nostri!
 
Quindi non solo i "classici" integratori proteici ma una gamma di prodotti che va a soddisfare le esigenze di ciascuno di noi e alleviando (se non risolvendo) svariate problematiche di salute che limitano la nostra attività.
 
Alla base di tutto c'è la conoscenza di ciascun prodotto, della sua composizione e di come funziona a livello fisiologico al fine di individuare il prodotto ideale per ciascuno. Il tutto sotto la supervisione e consulenza di medici esperti.
 
Vi siete incuriositi?
Per saperne di più non esitate a contattarmi!